Dopo diversi mesi di staffetta sulla rotta balcanica
per raccontare e sostenere in maniera indipendente il viaggio che
migliaia di donne, uomini, bambini, intraprendono per raggiungere l’Europa,
di fronte alle immagini sempre più drammatiche che arrivano dai luoghi
di confine di questa fortezza, di fronte alla scelte vergognose dei
governi europei, abbiamo deciso di costruire un’occasione pubblica e
collettiva per portare la solidarietà concreta e attiva di chi non può e
non vuole abituarsi a questa situazione. Di chi vuole fare qualcosa...
Scegliamo di partire dal porto di Ancona perché questo luogo è uno dei simboli delle politiche di respingimento del governo italiano:
qui, infatti, decine di potenziali richiedenti protezione
internazionale, tra cui anche alcuni minori, sono stati riammessi in Grecia
in maniera illegittima, senza dar loro la possibilità di formalizzare
la richiesta d’asilo. Così come diversi sono stati i casi di migranti
morti nel porto dorico per cercare di aggirare i sistemi di controllo.
Sappiamo
che il Paese ellenico da un lato è diventato il capro espiatorio del
fallimento generale delle politiche europee e dall’altro è una pedina
debole dello scacchiere continentale che, proprio per questo, può essere
usata dall’Unione come un’ulteriore "paese barriera" contro i
rifugiati. A ciò si aggiunge che, nel summit di fine febbraio "Managing migration together"
tra tutti i paesi dell’area balcanica, è stato proposto di coadiuvare
la Macedonia con mezzi militari, attrezzature e denaro per blindare il
confine sud e il valico di Gevgelija - Idomeni. Un altro pezzo del
puzzle che si incastra perfettamente con quello della chiusura della
rotta dall’Austria fino alla Macedonia: una misura che scaricherà su
Atene il compito di trattenere i migranti diretti verso l’Europa
centrale e settentrionale. Non sappiamo se la Grecia deciderà di essere,
insieme alla Turchia, il “co-piantone” del continente, tuttavia siamo
sicuri, come è successo nei mesi scorsi, che anche le frontiere
considerate impenetrabili sono destinate a saltare, o ad essere
aggirate. Se è vero che i flussi migratori possono essere ostacolati,
rallentati, appunto deviati, è altrettanto vero che appare poco
credibile che possano essere bloccati quando le cause alla radice di
questo fenomeno epocale non vengono eliminate e le persone che migrano
hanno poco o nulla da perdere.
Ci muoveremo quindi collettivamente
e in forma pubblica verso la Grecia perché pensiamo che, di fronte al
regime dei confini e alla conseguenze che questo sistema sta provocando
alle migliaia di persone che sono bloccate ad Idomeni e Atene,
sia necessario estendere la sensibilizzazione e il coinvolgimento di
realtà sociali e soggetti solidali, italiani ed internazionali, per
denunciare insieme che questa Europa non ci rappresenta.
Durante i giorni della marcia vogliamo coordinarci con tutte quelle esperienze indipendenti che in modo auto-organizzato sono attive in quelle zone, perché riteniamo imprescindibile fondere assieme gli elementi di rivendicazione con gli aspetti pratici di supporto ai migranti e di contrasto al business dei passeur. La piaga di passatori e di trafficanti può essere debellata solo se si danno alternative sicure, come ad esempio i canali umanitari, per raggiungere la meta desiderata.
Durante i giorni della marcia vogliamo coordinarci con tutte quelle esperienze indipendenti che in modo auto-organizzato sono attive in quelle zone, perché riteniamo imprescindibile fondere assieme gli elementi di rivendicazione con gli aspetti pratici di supporto ai migranti e di contrasto al business dei passeur. La piaga di passatori e di trafficanti può essere debellata solo se si danno alternative sicure, come ad esempio i canali umanitari, per raggiungere la meta desiderata.
Per questo vogliamo rilanciare gli obiettivi della campagna #overthefortress
proponendo a tutte e tutti di unirsi a noi per sostenere il viaggio dei
migranti contro le frontiere dell’Europa fortezza. Al fine di
acquistare materiali utili da portare in quelle zone chiediamo di dare
massimo risalto al crowdfunding che abbiamo attivato su Produzioni dal
Basso.
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